Agroalimentare veronese in difficoltà?
Daniele Salvagno, appena eletto Presidente Coldiretti Verona, si ritrova subito a dover far fronte a molteplici impegni che lo portano in prima linea per la salvaguardia del territorio agroalimentare e della produzione veronese e veneta.
I dazi agroalimentari americani
Le avvisaglie non proprio pacifiche delle nuove imposizioni decise dal presidente degli Stati Uniti d’America Donal Trump che danneggerebbero il mercato agroalimentare veronese per 1,4 miliardi di Euro.
Gli USA sono tra i principali destinatari dei prodotti agroalimentari veronesi.
«Ci auguriamo – afferma Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona – che i prodotti veronesi, particolarmente apprezzati dai consumatori americani, non vengano penalizzati dai dazi annunciati da Trump. Come me, tanti imprenditori scaligeri da anni frequentano le principali fiere dell’agroalimentare, come il Fancy Food Summer Show, che ogni anno si tiene a New York, con l’obiettivo di consolidare le relazioni commerciali e di promuovere il Made in Italy». «Sarebbe un vero peccato – conclude Salvagno – chiudere la strada ai nostri prodotti, anche in considerazione del fatto che il Presidente Trump apprezza la qualità dell’olio delle nostre colline e del vino Amarone, avendoli ricevuti in omaggio in occasione del suo insediamento alla Casa Bianca».
Verona agroalimentare: il Melone precoce
Da una decina di giorni è iniziata la raccolta dei meloni precoci, tipico frutto coltivato nel veronese e che detiene il 71% delle coltivazioni venete con i suoi 680 ettari.
Quest’anno le produzioni, per lo più concentrate nella zona della media pianura di Verona in particolare nei comuni di Erbè, Trevenzuolo, Vigasio, Isola della Scala Sorgà Nogarole Rocca Zevio, Palù, Minerbe, sono eccellenti sia in termini di pezzatura che di dolcezza, nonostante il ritorno del freddo in primavera.
“Invitiamo i cittadini consumatori – precisa Daniele Salvagno – a richiedere al momento dell’acquisto i prodotti locali o ad acquistarli nei mercati a km zero di Campagna Amica.
I nostri prodotti hanno caratteristiche specifiche, rappresentano la nostra cultura agricola e il territorio rispetto a produzioni che provengono da province o Paesi lontani.
L’Italia, ricordo, è al vertice della sicurezza mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,6%)”.
“Inoltre – aggiunge Salvagno – l’acquisto dei prodotti locali, che non sono soggetti a lunghi tempi di trasporto e quindi durano di più, scongiura gli sprechi dovuti soprattutto alla deperibilità del prodotto tanto che si stima che quasi 1 frutto su 4 finisce nel bidone nel percorso dal campo alla tavola. Consigliamo di effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, scegliere i frutti con il giusto grado di maturazione, non appassiti, con aspetto turgido e non eccessivamente necrotizzati nei punti di taglio”.
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