
Olio extravergine di oliva novello: freschezza, gusto intenso e acquisto diretto dal produttore
Basta uno sguardo e subito si intuisce che l’olio extravergine di oliva novello è qualcosa di diverso dal consueto: il colore verde vivo, la densità quasi cremosa, il profumo che esplode appena si stappa la bottiglia. Questo “nettare d’oliva” racconta la storia di una stagione appena colta, con un carattere vivo, ruvido e delicato insieme, che solo l’olio nuovo riesce a regalare nelle prime settimane dalla raccolta.
Imbottigliato in autunno, appena ottenuto dalla spremitura a freddo, l’olio novello racchiude la freschezza delle olive appena raccolte e la promessa di sapori decisi, aromatici e piacevolmente pungenti.
Cos’è l’olio extravergine di oliva novello e come si distingue dall’EVO tradizionale
Definizione: prima spremitura e imbottigliamento immediato
L’olio extravergine di oliva novello nasce da una primizia: è il prodotto della prima spremitura a freddo delle olive, tipicamente effettuata tra metà ottobre e i primi di novembre.
A differenza dell’olio EVO “classico”, qui le olive vengono subito molite e l’olio imbottigliato senza subire processi prolungati di decantazione o filtrazione. Questo significa che arriva sulle tavole quando la fragranza della raccolta è al suo apice. Un dettaglio che i produttori amano ribadire: avere un olio novello è possedere il primo bicchiere di succo della stagione, con un’anima stagionale inconfondibile.
Differenze: filtrazione, decantazione, contenuto di particelle e polifenoli
Mentre l’olio extravergine tradizionale viene spesso filtrato e lasciato decantare, il novello predilige il passaggio diretto dalla mola alla bottiglia. Così mantiene una torbidità naturale, dovuta alle microscopiche particelle di polpa e buccia disperse nella massa oleosa. Un aspetto quasi lattiginoso che attesta non solo la freschezza, ma anche la ricchezza di polifenoli e sostanze aromatiche, preservando l’integrità del frutto. La data di molitura, visibile sull’etichetta (spesso seguita dalla dicitura “Novello 2025-26“) diventa cruciale per orientarsi. Scegliere novello significa dunque puntare su un olio “vivo”, che cambia volto con il passare delle settimane, e trovare in bottiglia l’essenza del raccolto appena fatto.
Importante:
L’olio novello è un prodotto che si deteriora velocemente.
Proprio per le sue caratteristiche di freschezza e genuinità, questo tesoro verde subisce velocemente l’ossidazione dovuta ai 3 nemici dell’olio extravergine di oliva:
• la luce
• l’Ossigeno
• il calore
La presenza di particelle di oliva all’interno dell’olio fa sì che anche l’acqua sia presente (proprio all’interno delle microparticelle di oliva). La decantazione delle micro sostanze accende il processo di fermentazione trasformando questa delizia in olio con difetto di rancido.
Si consiglia quindi di utilizzare e consumare l’olio novello in un tempo breve dal momento della sua raccolta e del suo acquisto in Frantoio.
Caratteristiche organolettiche e nutrizionali rilevanti
Profilo gusto-olfattivo: fruttato, amaro, piccante, colore verde brillante
È il palato ad accorgersene per primo. L’olio novello ha un’aromaticità prorompente: profumi vegetali intensi, con sentori erbacei netti, note di carciofo, pomodoro o mandorla secondo le cultivar impiegate. Al gusto risulta fruttato medio o intenso, decisamente amaro e piccante quanto basta da far fremere la punta della lingua, persistente come un ricordo di campagna. La vista non è da meno: il liquido appare torbido, opaco e di un verde luminoso, che cambia natura a seconda dell’annata e della varietà, come accade con le tipologie Moresca o Biancolilla dalla Sicilia, o la fragrante Frantoio della Toscana fino ad arrivare alle nostre varietà come la Grignano, la Casaliva, la Perlarola. Tutte di un verde intenso e un sapore vivo.
Composizione: polifenoli, acidità e presenza di particelle
L’identità nutrizionale è altrettanto preziosa. Perché tanta materia sospesa e quella lieve opacità? Si tratta di fibre, micro-frammenti di buccia e polpa, soprattutto ricchi di polifenoli: potenti antiossidanti che rendono l’olio novello alleato naturale contro lo stress ossidativo. Sotto il profilo chimico spicca un’acidità più bassa rispetto alla media, dettaglio che invita a consumarlo rigorosamente a crudo per valorizzare ogni sfumatura di sapore. Ecco perché la tendenza dei gourmand è quella di assaporare il novello sul pane tostato: è qui che i sapori esplodono, restituendo l’immediatezza e la forza dell’oliva appena franta.
Periodo di produzione, durata e consigli di conservazione
Campagna: metà ottobre-primi novembre
L’arrivo dell’olio novello sulle tavole coincide con l’inizio dell’autunno: metà ottobre, quando la raccolta delle olive avvia il primo ciclo di molitura e le aziende agricole mettono in commercio le bottiglie fresche di pigiatura ancora “calda” di giornata. I produttori indicano con orgoglio la data della molitura sull’etichetta: dettaglio non secondario per chi cerca il prodotto vero e fresco, pronto da gustare.
Durata: consumare entro pochi mesi; decantazione delle particelle
È proprio l’immediatezza a fare di questo olio una preziosità a tempo. Si raccomanda infatti il consumo entro pochi mesi dall’imbottigliamento: lo strato di particelle vegetali sospeso decanta progressivamente, e man mano che passa il tempo il profilo olfattivo tende ad attenuarsi. Un’occhiata all’etichetta serve allora come promemoria, così come il formato (solitamente da 500 ml) pensato per stimolare un utilizzo rapido e senza sprechi. Per apprezzarne la vivacità e la fragranza originale, meglio conservare la bottiglia al riparo da luce e calore e non agitare prima dell’uso, soprattutto se si notano sedimenti evidenti sul fondo.
Come gustarlo, usare in cucina e abbinamenti pratici
Uso a crudo: insalate, bruschette, zuppe
L’uso prediletto dell’olio novello si esprime nel condimento a crudo. Le prime gocce, appena versate su una fetta di pane ancora tiepido di tostatura, raccontano tutto: aroma pieno, colore brillante, piccantezza vibrante.
Il calore non troppo elevato di una bruschetta scatena tutta la forza organolettica del prodotto e permette di farsi travolgere dalle caratteristiche uniche di questo nuovo e fresco olio ricavato dalle olive.
Ideale sulle insalate di stagione, sulle verdure crude, ma anche protagonista nei crostoni e sulle zuppe rustiche. Proprio il gesto di “fare la scarpetta” diventa rito di riconoscimento, il modo più autentico per assaporare le sue virtù.
Uso in cucina: salse, marinature, finiture; abbinamenti consigliati
Questo nettare verde si presta con generosità anche a rifinire piatti caldi fuori dal fuoco, arricchire salse fredde, dare carattere a marinature e dressing. L’accordo perfetto? Carni bianche dalla fibra tenera, pesci delicati, verdure grigliate o semplicemente lesse, formaggi freschi come una ricotta appena scolata. L’olio novello non chiede altro che essere lasciato parlare attraverso sapori semplici, senza mai venire coperto da cotture prolungate o abbinamenti troppo ricchi.
Tipologie, cultivar, regioni e formati disponibili
Monovarietale vs multivarietale; esempi di cultivar
L’universo dell’olio novello offre infinite sfumature, e sceglierne uno vuol dire anche immergersi tra storie di cultivar e terroir distintivi. Esistono versioni monovarietali, come il pregiatissimo Frantoio toscano, la Moresca o la Biancolilla siciliane; oppure blend multivarietali, che uniscono Ogliarola, Maurino, Leccino e Itrana in sinfonie di gusto più complesse. La scelta dipende dal profilo aromatico desiderato: un olio “puro” esalta le tipicità della varietà, mentre i blend giocano sull’equilibrio fra sentori erbacei e dolcezza.
Regioni: Sicilia, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Veneto.
La provenienza geografica fa la differenza: la Sicilia regala oli novelli dal sapore caldo e generoso, la Toscana lavora su note pepate e leggermente amare, la Puglia e la Calabria si distinguono per fruttato intenso e profili erbacei, il Lazio per mix equilibrati. Il nostro Veneto regala fruttati medio leggeri con sapori di carciofo, erba fresca e mandorla.
In commercio prevalgono bottiglie da 500 ml, perfette per terminare il prodotto nell’arco della stagione.
Dove comprare, prezzi indicativi e consigli d’acquisto
Acquisto diretto dal produttore vs shop online
L’acquisto dell’olio novello è da sempre una questione di fiducia e di tempi. Molte aziende agricole propongono la vendita diretta tramite e-commerce aziendali, offrendo la massima garanzia di freschezza: si acquista subito dopo la molitura e la bottiglia arriva in pochi giorni dal frantoio, come appena colta dall’albero. Redoro Frantoi Veneti offre il “Garbo di Collina” prodotto dalle “prime olive” e la cui disponibilità inizia verso metà novembre. Lo puoi acquistare a questo link.
Prezzi medi per l’olio novello di prima spremitura
I prezzi del novello riflettono la sua natura di prodotto di nicchia: si va da 15,80€ a 21,50€ per il formato da 500 ml. È quindi conveniente confrontare il prezzo al litro e approfittare delle promozioni di stagione. Per chi preferisce la cultura BIO, molte etichette riportano la certificazione e la dicitura “BIO”, senza differenze di trasparenza di prezzo tra canali di vendita. Alcuni produttori segnalano anche la disponibilità di varianti, come olio non filtrato o integrale, così da andare incontro a ogni palato raffinato.
Il vero segreto è prenotare in anticipo o acquistare tempestivamente appena il novello arriva in commercio, perché la produzione, limitata dalla stagionalità, non può essere replicata per il resto dell’anno. L’esperienza d’acquisto, così, si traduce in entusiasmo: per chi sa riconoscere la freschezza dell’olio appena nato, consumarlo a crudo su un semplice pane abbrustolito e godere, nel gesto, di uno dei piccoli lusso stagionali della tavola italiana.
Se vuoi conoscere la disponibilità dell’olio novello Redoro scrivici a info@redoro.it o telefona ai numeri:
• 045 8880187 spaccio di Mezzane di Sotto.
• 045 907622 ufficio di Grezzana.







































